Il percorso che porta a giocare una finale del College Football è lungo e tortuoso.
Lo sa bene il nostro Thomas “Habba” Baldonado, che fra poche ore (l’1 di notte ora italiana) scenderà in campo con i suoi Pittsburgh Panthers per affrontare i Michigan State Spartans.
Dalla periferia di Roma Sud, al manto perfetto del Mercedes Benz Stadium, la casa degli Atlanta Falcons della NFL, dall’indossare un casco da football usato da tanti altri prima di lui, un paraspalle reduce da innumerevoli scontri ed una divisa con l’aquila azzurra in campo nero, all’attrezzatura di ultima generazione Blu e Gialla firmata “Pitt”, sono passati 7 anni.
Come tutte le cose molto difficili da conseguire, l’importante è essere determinati ed affrontare la “montagna” un passo alla volta.
Habba ha provato quasi tutti i ruoli in campo, giocando prima il Fivemen (che coppia quella con l’altro “emigrato” Fabrizio Umetelli), poi a 9 ed in Prima Divisione italiana ad 11, a seguire la traversata oltreoceano e l’high School in Florida per approdare alla borsa di studio sportiva presso la prestigiosa università di Pittsburgh, ed i 4 anni successivi fatti di costante impegno in classe e sul campo, perché ogni passaggio a vuoto significa cedere il passo ad altri più’ determinati.
Thomas Baldonado, con il suo 87 stampato sulla maglia, un numero da WR più che da feroce passrusher, oggi rappresenterà un po’ tutti noi, italiani e grandi appassionati di football che abbiamo sognato tutta la vita di essere li’, con la mano a terra, gli occhi puntanti sulla palla, pronti a scattare.
Caro Habba, stasera saliremo sulle tue spalle e ti sussurreremo nell’orecchio che la fatica e la difficoltà fanno parte del tuo e del nostro DNA, perciò, qualsiasi cosa accada, non ti preoccupare, continua a giocare e metti quel quarterback in bianco verde a terra più volte che puoi!
Go Panthers!
Let’s Fly!