20 secondi al termine della partita, Minatori 27 Fighting Ducks 20, Una manciata di giochi alla fine dell’ incontro. Sull’orlo del baratro ma ancora vivi tentiamo un lancio, nessuno libero e allora una corsa disperata del qb guadagna la sideline per fermare il tempo. 10 secondi e siamo sulle 50 Spira un vento freddo dal monte che sovrasta il campo, le nubi nere che già hanno coperto di pioggia e grandine il campo solo poche ore prima si apprestano ad avvolgere ancora l’orizzonte. Sono 9 sagome bianche quelle che si dispongono per il gioco che vale l’ennesima battaglia. Sono 9 paperi che non hanno paura, che non vogliono mollare. Un td pass, una corsa ubriacante, un qualsiasi miracolo estratto dal cilindro di Coach Scoppetta potrebbe cambiare tutto. Portarci all’ Over time. Accanto a me due bambini gridano al padre cantilenando con gioia “ancora un gioco…non è finita, non è finita” Trovo in loro la forza di guardare Down, set… Le 9 sagome si muovono, le vedo da lontano ora che l’oscurità impedisce qualsiasi scatto, le osservo con il fiato sospeso cui queste 5 partite mi hanno abituato. E’ un lancio saltano in molti nella area di td dei padroni di casa. Sono troppo lontano per capire chi Troppo lontano per vedere cosa accade Troppo vicino per non avere il cuore a mille mentre il pallone rimane in aria un tempo infinito, un tempo rallentato un tempo che fa la somma degli errori, delle occasioni avute, delle scelte sbagliate.. un tempo che non fa sconti, inseguirlo non serve. Scivola via come la palla deflettata dalle mani del nostro ricevitore. Nessun miracolo, nessun coniglio dal cilindro, solo le prime gocce di pioggia come un sipario triste su una partita “lasciata vincere” più che persa, su una occasione gettata al vento gelido di questo improvvisato autunno. Termina così 27-20, con una sconfitta di misura ma amarissima, la prima subita nei tempi regolamentari, questo primo autentico match point per i Fighting Ducks. Con i suoi miseri 7 punti di distacco è la più pesante inflittaci, quella che oltretutto getta un ombra non solo sulle aspirazioni di primato e playoff, ma nella qualificazione stessa alla post season. Dal paradiso all’ inferno il passo è breve. Per dare spazio alla cronaca…
La partita dopo un violento e prolungato nubifragio inizia sotto un cielo parzialmente soleggiato. I Fighting sembrano nella giornata giusta per catturare quel sole… riuscendo a contenere con efficacia il pesante attacco dei Minatori e artefici di una proposta offensiva assai più spumeggiante e variegata con Tiziano Mannato e Silvestri artefici di corse nel traffico per un sensibile yard gain. Ma un nefasto campanello di allarme suona presto quando i Fighting, similmente a quanto accaduto nella prima sconfitta patita in casa contro i Crusaders, perdono due possessi con altrettanti fumble. L’Equilibrio di un primo quarto conclusosi sullo 0-0 viene rotto da un drive di corse concluso con una bootleg di Proietti che regala un 6-0 non trasformato. Un secondo campanello di allarme rintocca osservando l’inesistenza del gioco aereo che da sempre caratterizza l’azione dell’ offense Laziale, falcidiato da lanci imprecisi e da drop inspiegabili dei ricevitori. Il calcio tra i pali ,pur in presenza di kicker capaci di darci la vittoria nella gara di andata, è una opzione scartata. Si va di due. Anche la trasformazione da due, solitamente ben giocata dai Ducks , fallisce. Il td subito da la scossa ai Minatori che sono spalle al muro. In caso di sconfitta sarebbero fuori da tutto E quando sei a un passo dall’ inferno spingi forte, corri dentro e vai. E’ così che sul fare della metà dell’ incontro le prime possenti incornate dei Minatori, fisicamente assai più possenti dei nostri giovani paperi lasciano il segno. In questo drive a mio giudizio accade qualcosa che segnerà il resto dell’ incontro. Attratti sulla linea di scrimmage dalle percussioni della squadra di casa i Fighting allentano l’attenzione sul passing game. Ed è con un paio di giochi aerei audaci e in parte casuali che pero’ i Minatori guadagnano notevolmente terreno e si avvicinano alla td zone avversaria.
Sfondano poi con i soliti arieti dal casco argento o dal casco rosso dei Gladiatori e mettono a segno un td che trasformano in maniera classica ma sicura 7-6 Nei drive che portano alla fine del tempo i Ducks continuano a non far volare il pallone e non portano a casa punti mentre i Minatori sembrano saper guadagnare terreno con corse di maggiore efficacia e persino un passaggio completato che appare come “l’unicorno bianco” in una gara che ne era del tutto priva. Quello sprazzo di gioco aereo rimarrà uno specchietto per le allodole (per i paperi si potrebbe dire) che condizionerà la difesa Ducks a tal punto da farla sembrare passiva per tutto il resto della gara. 7-6 al riposo di una gara bruttina. Ma le gare equilibrate forse lo sono sempre mi dico. La Legio ha da poco perso per 13-12 il suo incontro e credo che bella la gara non sarà stata. Ma questo girone e’ dannatamente in equilibrio. 7-6 e la palla sarà per noi…giochiamocela. Purtroppo la sosta ci restituisce una squadra con le polveri bagnate e il drive dello sperato sorpasso naufraga in un ennesimo punt I Minatori che avevano terminato il primo tempo lasciando la netta sensazione di avere più inerzia e stamina da spendere in quest’ incontro non attendono altro che poter colpire. La sensazione è che si fermeranno solo in end zone.
La Difesa Fighting (mi ) appare scarica, loro martellano come sempre con una impressionante quanto proficua prevedibilità. Come una biglia su un piano inclinato inesorabilmente l’ovale trascinato dai Minatori termina in td. Trasformazione tra i pali trasformata. 14-6 Non è niente, c’e’ tempo, eppure ho la sensazione che si stia scavando un solco. Ma uno dei rari colpi d’ala di questi paperi squarcia ogni considerazione.. Su un gioco probabilmente rotto, a un soffio da un inesorabile punt, Proietti lancia rollando sulla sideline una palla di quelle che “prega tutti i santi che vuoi e finisci nelle mani giuste”. Così è Il Dio dei Paperi si scuote per un attimo dal torpore che lo attanaglia e prima che lo riesca a realizzare è il boato degli spalti che accompagna il ricevitore Ducks dalle 50 sino in td. Trasformazione ovviamente alla mano. Questa volta riesce 14-14 a una manciata di minuti dall’ ultimo quarto. Forse la rimettiamo a posto questa partita. Basta spiegare le ali , tornare ad essere noi. I Minatori non si scompongono. Loro hanno trovato la via, noi probabilmente solo un episodio. Riprendono ad attaccare in una formazione che io poco tecnicamente visualizzo “a testuggine”, priva cioè della benché minima presenza di wr o te sulla linea di scrimmage. Uomini di linea a parte…sono tutti dietro, QB, un Running Back designato per gioco e poi gli altri 2 in modalità spazzaneve (o spazza paperi) E’ tutto qui. Ma “tutto qui” basta. Mike Dikta avrebbe forse fatto la ola di fronte a cotanto sfoggio di power football ma è del resto legittimo andare al concreto e sfruttare al massimo le proprie capacità quando non c’e’ spazio per lo specchio o i virtuosismi. 21-14 in un battibaleno Siamo alle corde. Ma i Ducks non mollano, i Ducks sono Fighters veri… e quest’ anno non lo hanno fatto mai. Anche se in difficoltà o forse proprio per questo sfoderano un drive finalmente proficuo che li porta al td 21-20 Basta trasformare e saremo pari. Qualcosa mi dice, mentre mi accovaccio dietro la sideline per fare la foto, che non calceremo. Nemmeno questa volta. Nemmeno in una giornata tutta storta per il passing game. “conosco i miei paperi” mi dico mentre vedo che ci schieriamo per la trasformazione da 2 CHE NON RIESCE. “Come a Parma” dice un diavoletto dentro di me. Volevamo il sorpasso. Restiamo dietro e palla a loro , pochi minuti alla fine loro che la palla negli ultimi drive la mettono sempre a buca. Il drive dei minatori è un film già visto. Da 2 quarti non si vede un passaggio, da 2 quarti” palla al rb e prendi queste 3,4,5 yards- palla al rb e prendi queste 3,4,5 yards” Nessun big play, nessuna sorpresa, solo un guadagno lento di yards che erodono energie e speranze capitoline.
Sul fronte della linea di difesa siamo troppo leggeri a mio avviso. Forse dovremmo rinforzarla un po’, forse con questo assetto non possiamo che offrire un eroico quanto passivo contain da parte di LB che si immolano all’ inerzia da oltre un quintale degli arieti casalinghi concedendo inevitabilmente spazio. Anche questo tipo di approccio mi ricorda tanto la partita di play off persa a Parma. Ma sono flashback laici di un semplice tifoso. Mentre ricordo questo ed altri dettagli i Minatori hanno ricominciato a picconare. Sbang sbang sbang, Il tempo corre, precipita, verso una imminente sconfitta. La difesa Fighting è usurata da una intera partita in cui un attacco incapace di rimanere in campo e di un qualsivoglia ritmo la ha esposta a uno sforzo immane. Chiuderla così e perdere anche solo di un punto sarebbe una parziale vittoria perchè nell’eventualità di un arrivo al fotofinish ci porrebbe in posizione di vantaggio rispetto all’ avversario. Ma il piano di una partita oramai compromessa è troppo inclinato. La biglia corre veloce e la palla ovale è trascinata in td assieme a tutta la difesa ducks. 27-20 Giocano anche loro ma stavolta e’ inevitabile.. per i 2 punti, per vincere matematicamente o nel caso vada male per restare a 7 di vantaggio. Va male, anche se poco ma gioisco. Rimane 27-20 Meno di un minuto alla fine… Ancora spero nel td della rimonta, ancora spero nella trasformazione da 2 e in un 27-28 sul fotofinish che varrebbe di per se il ritorno a Roma a piedi. Ma il tempo dei sogni è tramontato assieme al malato sole di questo pomeriggio infelice, le 9 sagome dei paperi impegnati nell’ultimo assalto scivolano sul campo mentre quei bambini gridano al padre “ancora un gioco…non è finita, non è finita” La palla scivola via invece… Come me, che abbasso la testa e spengo la Canon inutilmente serrata tra le mani sino ad allora Li guardo mentre corrono vicino a me e penso facendomi bimbo anche io e parafrasandoli… “ancora una partita, non è finita, non è finita”.
Maurizio Elisio
Photo credits Stefano Scaccia, Maurizio Elisio